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Presentazione del MEIC di Vercelli - Amici da 25 anni

 

Venticinque anni sono un traguardo importante e sempre più difficile da raggiungere, per una manifestazione culturale.

Nella vita degli sposi, dopo venticinque anni di matrimonio si festeggiano le nozze d'argento. Sono una ricorrenza che esprime maturità, solidità dei legami, benedizione da parte di Dio.

Noi possiamo forse ambire a festeggiare venticinque anni di amicizia, di ricerca appassionata di temi nuovi, di impegno organizzativo spesso faticoso ma anche appagato da risultati apprezzati. E anche noi poniamo con riconoscenza sotto lo sguardo di Dio il lavoro fatto in venticinque anni.

Un lavoro iniziato con Piero Masuello, che ricordiamo con immutato affetto, e proseguito fattivamente con sua moglie Liliana e con Chiara Benigni, che si sono succeduti alla presidenza del Meic vercellese (Movimento ecclesiale di impegno culturale).

Un lavoro dovuto in gran parte a don Cesare Massa, che formalmente è il "consulente ecclesiastico" del nostro Movimento, ma di fatto è da venticinque anni l'animatore e la guida della nostra attività: la sua curiosità intellettuale, la sua informazione sempre attenta e aggiornata, i suoi contatti con gli ambienti culturali più vivaci del mondo cattolico e di quello laico, sono stati la fonte primaria di stimoli per la costruzione dei programmi dei "Settelunedì".

Un lavoro incoraggiato e seguito sempre con interesse dai tre arcivescovi che in questi anni hanno guidato la chiesa vercellese: il compianto mons. Albino Mensa, che ebbe il grande merito di incoraggiare e sostenere nei suoi primi passi il Meic e i Settelunedì, e poi mons. Tarcisio Bertone e padre Enrico Masseroni, assiduamente partecipi a molte conferenze oltre che protagonisti dell'annuale incontro conviviale di ottobre, introdotto alcuni anni fa.

Dobbiamo dire con molta onestà che senza l'appoggio e l'accreditamento dei nostri vescovi, sarebbe stato in molti casi ben più arduo, e forse impossibile, attirare a Vercelli tanti oratori di rinomanza nazionale. Da ultimo devo ricordare gli sponsor che hanno permesso di coprire i costi organizzativi dei Settelunedì, e in special modo la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli. Guardando indietro, alla folta schiera di relatori che hanno partecipato alle 25 edizioni dei Settelunedì, mi viene da pensare ai "Grandi amici" di Raissa Maritain.

Anche il nostro Meic può dire di essere cresciuto a contatto con queste voci eminenti della cultura italiana, cattolica ma anche laica. Da padre Pellegrino a mons. Tonini, dal card. Kasper a Piero Gheddo, da Vittorio Messori a don Luigi Giussani, da Andrea Riccardi a Bruno Forte, da Gianni Vattimo a Sergio Givone, i Settelunedì hanno accostato la nostra terra a riflessioni di alto profilo intellettuale, sempre accolte con grande attenzione e consenso.

L'aspetto forse più straordinario e memorabile di questi venticinque anni è consistito proprio nella folta presenza del pubblico alle conferenze. La nostra città (e il suo circondario), spesso accusata di apatia, freddezza, scarsa ricettività agli stimoli culturali, ha sempre risposto (pur tra inevitabili alti e bassi) con un'ottima partecipazione alle nostre proposte. Girando l'Italia per conferenze, so bene che in epoca di comunicazione televisiva sempre più capillare, di secolarizzazione degli stili di vita, di disaffezione per conferenze e dibattiti, aver mantenuto questa cospicua partecipazione di gente comune, che aderisce per scelta e per interesse ai contenuti, è un risultato raro e prezioso.

Sarà nostro impegno fare ogni sforzo per conservare e rinnovare questa impagabile eredità.

 
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